http://www.vice.com/it/read/86-adunata-nazionale-alpini-piacenza
La notizia vera di cui ti accorgi girando per Piacenza è che lo spirito alpino esiste davvero ed è una cosa positiva.
Non riesco infatti ad immaginare un’altra categoria di uomini soli e ubriachi che riuniti in centinaia di migliaia per giorni in una cittadina non istaurerebbero un sanguinoso regime a base di pene di morte per i vegetariani e maxi schermi ad ogni angolo della città con porno alternato a turni di Champions. Un regime che poi degenererebbe inevitabilmente in incertezza sessuale e culminerebbe in un regno del terrore fatto di porno con i giocatori di Champions.
Gli alpini invece riescono nell’impresa di lasciare dopo tre giorni di gozzoviglie la città esattamente come l’hanno trovata e mantenere il loro grado di molestia entro i limiti dell’accettabile
Per tutti qua invece “essere un alpino” è una cosa importante e se fai una cazzata non ti basta come giustificazione che ti sei bevuto un’autobotte di tavernello, hai comunque insozzato l’immagine del corpo, un rischio che nessuno qui sembra voler correre.
A occhio questa specie di esperimento sociale dovrebbe far riflettere i teorici delle pene sempre più alte per la microcriminalità.
La provenienza da ambienti sociali sani (come io chiamo tutti quei posti dove il segnale di Mediaset è schermato da mucche), il controllo esercitato dal gruppo e l’aderenza a un ideale che non sembri una canzone dei The Lox sono deterrenti molto più forti delle pene draconiane con cui sempre più spesso i politici si lavano le mani dei problemi sociali.
Comunque, il fenomeno delle adunate è una cartolina da un mondo in estinzione, dato lo spopolamento dei paesi di montagna e soprattutto l’abolizione della leva militare.