Personaggi famosi e Alfa Romeo

Giulio84
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Messaggioda Giulio84 » 14 apr 2013 17:41:51

Ancora prima del "Cantagiro" gli attori cinematografici si erano avventurati lungo l'Italia a bordo di una flottiglia di auto preparata per l'occasione per andare a raccogliere il loro bagno di folla nel "Rally del Cinema". La prima edizione del 1955 è vinta da Gina Lollobrigida, la seconda da Alberto Sordi e Sofia Loren a pari merito. Patron della manifestazione, che aveva ben poco di competitivo, era Ezio Redaelli che più tardi, nel 1962, ideò il "Cantagiro". L'ultima edizione del "Rally del Cinema" è del 1957

http://www.mneo.tv/Anni-'50.-Il-Rally-del-Cinema-1-0-0-0-88.html


PS: al minuto 1.20 il riferimento a Bruno Dossena che perirà pochi giorni dopo in un brutto incidente stradale alle porte di Milano



le gare non erano delle �competizioni� e la munificenza degli organizzatori, come quella dei tanti sponsor convinti dall�organizzatore Ezio Radaelli, non lasciava mai nessun partecipante a mani vuote. Inoltre, l�arrivo del rally in citt� si accompagnava con memorabili serate di gala nel Giardino d'inverno del Casin�, affollato all'inverosimiled ospiti di alto profilo. Straordinaria ed indimenticabile quella dell�edizione in cui si alternarono ai tradizionali numeri d�Arte varia il complesso di Fred Buscaglione e l�orchestra diretta da Beppe Mojetta.

L'anno 1957, vide l�ultima edizione del Rally del Cinema a Sanremo perch� gli organizzatori furono costretti alla resa soprattutto per due motivi: gli impegni crescenti di lavoro di attori e tecnici non permisero pi� di trovare facilmente liberi da impegni i personaggi pi� importanti; l�affollamento delle strade e il veemente entusiasmo, a volte travolgente del pubblico lungo il percorso, aveva cominciato a creare molti problemi agli organizzatori ed alle forze dell�ordine in tutte le localit� attraversate dalla lunga carovana.



Il rally nel 1958 emigr� in Sicilia, ma in tono assolutamente minore, precisamente a Cefal�. L�edizione del 1957, forse la pi� riuscita, ebbe una appendice sportiva sul Circuito Automobilistico di Ospedaletti, dove tutti i partecipanti si impegnarono in gimkane e prove di frenata davanti ad un pubblico numerosissimo ed entusiasta. L�istituto Luce dispone di un breve filmato di questa quinta edizione che si concluse con la vittoria della coppia Martinelli-Appignani. Il filmato disponibile a questo link permette di vedere le immagini di Sanremo e di Ospedaletti in stile Holliwoodiano e il successo personale di Silva Koscina, i mazzi di fiori per tutti, Tortora con la divisa della Rai ed un Renato Rascel portato in trionfo pur essendo arrivato soltanto quinto.

Il Rally del Cinema si inser� sulla scia di altre manifestazioni motoristiche del periodo precedente la seconda guerra mondiale ed anticip� un'altra grande Kermesse artistico-sportiva, il Cantagiro, che face tappa in numerose edizioni a Sanremo,


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Messaggioda Giulio84 » 14 apr 2013 17:42:25

Elsa Martinelli
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Messaggioda Giulio84 » 14 apr 2013 17:43:28

Gina Lollobrigida e Milko Skofic
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Messaggioda Giulio84 » 14 apr 2013 17:44:36


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Messaggioda Giulio84 » 14 apr 2013 17:45:05


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Messaggioda Giulio84 » 14 apr 2013 17:45:43

Maria Frau e Maner Lualdi
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Messaggioda Giulio84 » 15 apr 2013 23:22:30

la grandissima Anna Magnani

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Messaggioda giuliasuper69 » 18 apr 2013 10:16:58

Audrey Hepburn a Roma P.zza Guglielmo Marconi
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Messaggioda Giulio84 » 18 apr 2013 23:10:21

SPETTACOLARE!!!

Diego

Messaggioda Diego » 19 apr 2013 15:42:13

Pozzetto in visita al Museo.
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Messaggioda Giulio84 » 24 apr 2013 01:22:10

Franco Jadanza, musicista dei New Dada
Milano, 1970

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Messaggioda Giulio84 » 28 apr 2013 17:06:11

Il cantante Adamo
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Messaggioda Giulio84 » 03 mag 2013 10:31:57

su vari siti compare questa immagine

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di una 6C 2500 del 1947, che nel 1949 venne regalata a Stalin per il suo settantesimo compleanno, tutte i commenti dicono che fu un regalo dell'alfa...

falso

venne acquistata usata dal comitato centrale del PCI ed esposta per diversi giorni nella galleria San Marco in via del Babbuino a Roma insieme ad altri regali. I regali erano stati scelti a rappresentare un assortimento di quelle che erano le migliori produzioni del lavoro italiano (mica fessi :mrgreen: )

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Messaggioda Giulio84 » 19 mag 2013 21:45:56

Il procuratore della Repubblica Bruno Caccia, barbaramente ucciso a Torino nel 1983
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Messaggioda rossogamba » 23 mag 2013 17:14:36

L'astronauta americano Charles Conrad (Comandante della Missione Apollo 12) accanto - e non poteva essere diversamente :D - alla Disco Volante del Museo

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Messaggioda Giulio84 » 28 mag 2013 23:41:58

Lutz Eigendorf calciatore tedesco degli anni settanta/ottanta alla guida della sua Alfetta GTV

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Nacque a Branderburg an der Havel nel luglio del 1956 in Germania Est. Era un centrocampista grintoso che vedeva poco la porta, ma tutti ricordano per la sua forza di volontà. Incominciò la sua carriera alla Dinamo Berlino, in quel tempo una delle squadre più forti della Germania Est. Giocò precisamente 100 partite e nell’ultimo anno (1978-1979) vestì anche la maglia della Germania Est, giocando 6 partite e segnando 3 gol. Ma l’anno seguente Lutz decide di diventare un tedesco occidentale, ovvero della Germania Ovest.
La fuga all'ovest Il 20 marzo 1979, al termine dell'amichevole giocata a Gießen tra Dinamo Berlino e FC Kaiserslautern, Eigendorf fuggì all'ovest con la speranza di giocare proprio con i diavoli rossi. La riuscita defezione gli causò tuttavia una squalifica di un anno comminata dall'UEFA. Non era la prima volta che uno sportivo della Germania orientale fuggisse ad ovest della cortina di ferro, ma la questione era piuttosto imbarazzante per il fatto che il giocatore era sotto contratto proprio con la Dinamo Berlino, all'epoca squadra sotto il patrocinio della Stasi e, soprattutto, sotto le attenzioni di Erich Mielke, capo dell'organizzazione. La moglie Gabrielle e la figlia Sandy erano invece rimaste in Germania Est, osservate da una decina di agenti. La STASI riuscì successivamente a convincere la moglie del calciatore a divorziare con lui e a sposare un agente.
Eigendorf, scontata la squalifica, firmò un contratto con il Kaiserslautern e nel 1982 fu ceduto all'Eintracht Braunschweig. Nel periodo del suo trasferimento all'Eintracht, firmò anche, molto probabilmente, la sua condanna a morte; il calciatore infatti accettò di farsi intervistare davanti al muro di Berlino e davanti alla barriera in cemento criticò apertamente il sistema del calcio della Repubblica Democratica Tedesca. Alle 23.30 del 20 marzo 1983, il calciatore, a bordo della sua Alfa Romeo, si schiantò contro un albero e morì 34 ore dopo. L'autopsia rivelò che aveva una percentuale minima di alcool nel sangue e la Procura della Repubblica archiviò il caso per guida in stato di ubriachezza. Il complotto della Stasi La riunificazione tedesca comportò di conseguenza, la pubblicazione di molti documenti segreti appartenuti alla non più attiva STASI. Secondo Heribert Schwan, autore del documentario "Tod der Verrater" (morte del traditore) lo sportivo fu ucciso dalla Stasi in seguito al suo "tradimento". Per il giornalista infatti gli agenti del servizio iniettarono a Eigendorf una miscela di droghe e psicofarmaci e, sotto minaccia di morte, lo costrinsero a guidare, provocando l'incidente,sicuri della sua successiva morte.

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Messaggioda Giulio84 » 28 mag 2013 23:44:28

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la storia della verità sulla sua fine per certi versi è simile a quella del giocatore italiano Bergamini, anche lui morto in circostanze misteriose a fine anni ottanta, in entrambi i casi le indagini sono state riaperte in seguito alla pubblicazione di un libro e delle pressioni degli amici e compagni di squadra...



Un documentario della Tv tedesca «Ard» riapre il giallo sulla scomparsa del campione morto in un incidente stradale nel '83

«La Stasi ordinò: uccidete il calciatore traditore»

di Paolo Valentino

Eigendorf lasciò la Dynamo per fuggire all' Ovest. Gli agenti della Ddr lo avrebbero drogato e messo al volante della sua auto.

BERLINO - Il 5 marzo del 1983, poco prima della mezzanotte, un' Alfa Romeo nera andava a sbattere a tutta velocità contro un albero nelle vicinanze di Braunschweig, in Bassa Sassonia. Nulla da fare per l' uomo alla guida, che moriva 34 ore dopo in ospedale. Il suo nome era Lutz Eigendorf, calciatore professionista in forza all' Eintracht Braunschweig, squadra della Bundesliga. A 26 anni, Eigendorf era già una piccola leggenda del calcio tedesco. Lo chiamavano il Beckenbauer dell' Est. Era nato e cresciuto infatti nella Ddr, dov' era diventato il calciatore più celebre della Germania comunista: era la stella della Dynamo di Berlino, club preferito e coccolato da Erik Mielke, il capo della Stasi. Ma il 20 marzo 1979, il ragazzo aveva pensato bene di fuggire all' Ovest, nella Repubblica Federale. L' autopsia rivelò una percentuale minima di alcol nel sangue. E quella bastò alla Procura della Repubblica per attribuire l' incidente all' ubriachezza, escludere colpe di terzi e archiviare il caso. Ma il presentimento di qualcosa di più grave non venne mai del tutto fugato. E a renderlo molto più di un sospetto, ci pensa ora un documentario che l' Ard, la prima rete tv tedesca, manderà in onda questa sera. «Tod der Verrater», morte del traditore, è stato realizzato dal giornalista Heribert Schwan, il quale, grazie a documenti inediti degli archivi della Stasi e a ricerche personali, parla senza mezzi termini di «omicidio politico». Eigendorf sarebbe stato assassinato da agenti dell' Est, che lo avrebbero sequestrato, imbottito di veleno e di droghe, minacciandolo e costringendolo poi a rimettersi alla guida, votato a sicura morte. Schwan ricostruisce l' incredibile vicenda, sin dalla decisione del calciatore di abbandonare la Ddr. Una scelta vissuta come offesa personale da Eric Mielke, suo tifoso eccellente e così fanatico del calcio da usare la polizia segreta per comprare (o più spesso minacciare) arbitri e squadre, pur di far vincere i campionati alla sua Dynamo. Così, dopo la fuga di Eigendorf, il ministro per la Sicurezza dello Stato mobilita la Stasi su due fronti. All' interno isola la famiglia, ogni movimento della moglie Gabriele e della figlia Sandy viene osservato da almeno una decina di agenti. Mielke mette addirittura alle calcagna della donna uno dei suoi Romeo, il quale finirà per convincerla a divorziare dal calciatore e farsi sposare. A Ovest, nel suo nuovo club a Kaiserlautern, Lutz «il traditore» viene spiato da ex amici, costretti a lavorare per la Stasi e inviati regolarmente nella città del Palatinato. Nel giugno 1982, dopo un campionato pieno di alti e bassi, Eigendorf, nel frattempo risposatosi anche lui, viene acquistato dall' Eintracht Braunschweig. E, in quel periodo, accetta di farsi intervistare davanti al Muro di Berlino. Fra le altre cose, critica il livello e l' organizzazione del calcio in Germania Est. Firma così la propria condanna. Mielke vede infatti l' intervista e va su tutte le furie. Secondo Schwan, è proprio in seguito a quell' episodio che il capo della polizia segreta dà personalmente l' ordine di eliminarlo. Il pomeriggio del giorno della morte, Lutz Eigendorf siede in panchina nella partita contro il Bochum. Verso le 21.30 arriva in un bar e rimane un' ora, bevendo due birre. Alle 23.30 l' incidente. Un documento trovato da Schwan parla delle possibili varianti per ucciderlo, a pagina 22 il nome Eigendorf viene collegato a un cocktail inodore di gas venefico e sonnifero. «Secondo me - spiega il giornalista -, lo hanno sequestrato, iniettandogli la soluzione con una siringa e poi lo hanno costretto a ripartire minacciandolo di morte. Nel testo c' è anche l' indicazione "abbagliare" e questo rende plausibile che, nel luogo prescelto, una macchina della Stasi gli abbia puntato contro le luci abbaglianti». I colpevoli? Schwan non può lanciare accuse dirette, ma fa i nomi dei due ufficiali della Stasi impegnati nel caso, i quali, dopo la morte del calciatore, ricevettero stando ai documenti un premio di 500 marchi occidentali ciascuno.

Dal Corriere della Sera del 22 marzo 2000

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Messaggioda Andrea78 » 29 mag 2013 06:46:28

Sempre ottimi argomenti e documenti! Grazie Giulio!

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Messaggioda rossogamba » 06 giu 2013 13:59:35

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