Una P2 ritrovata
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Una P2 ritrovata
Fra le tante storie che ognuno di noi potrebbe raccontare immagino ce ne siano tant:. Ma una in particolare che riguarda la mia famiglia e me penso valga la pena di essere condivisa se non altro per farvi sorridere e pensare alle casualità di questo mondo. La premessa doverosa per capirci qualcosa e che devo fare è che da quasi 100 anni la mia famigilia ha sempre abitato nella stessa zona di Milano praticamente ad un tiro di schioppo dal Portello. Il nonno abilissimo artigiano degli anni 20 si specializza in costruzione di stampi, l impegno è tanto e la passione non manca e fu così che nel decennio seguente entrò nel fiorente campo della produzione per accessori ciclo fino a portarli negli anni del dopoguerra e sino a pochi anni fa ad equipaggiare con i suoi prodotti squadre e campioni molto noti. Racconto questo perchè da un po di tempo a questa parte avendo oramai chiuso i battenti l azienda mi è venuta la presunzione di raccogliere i prodotti sfornati dall azienda di famiglia in circa 90 anni di attività. Ed è così che tra forcelle di motorini, freni a pedali per tricicli a tre ruote e freni per bici da corsa in titanio e carbonio ho scoperto che nella gamma era anche annoverato un modello di vettrura a pedali perfetta riproduzione di una Alfa Romeo P 2. Di questo modello abbiamo in nostro possesso solo le foto di due fanciulli entusiasti oramai novantenni ( mio padre e sua sorella ) improvvisati modelli al volante per accattivare le voglie dei facoltosi probabili compratori. La vicinanza al Portello e i bomardamenti dell ultima guerra non ci anno lasciato altro. Per quanto io sia datato non ho mai avuto il piacere di vedere questo manufatto e così incominciai ad informarmi da mio padre ( per altro dotato di una memoria lucidissima ) e venni a sapere che ne erano stati prodotti circa 200 esemplari con scarso riscontro di vendite dato il prezzo elevato. Era un gioco per bambini ricchi degli anni 20 e l Alfa Romeo aveva acconsentito a darci un modello che oggi sarebbe in scala 1/18 per la rilevazione delle varie quote. Era l unico pezzo mancante al completamento del mio " presuntuoso " museo ma per quanto ioda anni giri tra mercatini fiere e aste non mi sono mai imbattuto neppure lontanamente in qualcosa che gli somigliasse. Cercavo di coinvolgere più gente posibile raccontando di questa mia ricerca ma avevo il solo fine di passare per un incurabile nostalgico attaccato ai ricordi. Poi un giorno di 10 anni fa circa un caro amico che se ne intende di motori membro di questo forum mi fa presente che in una concessionaria di auto non lontano dalla sua officina c è un modello di A. R. P2 malmessa e molto simile a quella che io gli avevo mostrato in fotografia tempo addietro. Una visita in loco era quindi d obbligo. Recatomi con il testimone oculare ( mio padre ) nella concessionaria indicatami ci addentriamo nei saloni e tra auto nuove e cartelli di sconti surreali appesa a 4 tiranti pendenti dal soffitto un modello di auto a pedali che sembrava fosse riemerso con il Titanic .Della bontà della segnalazione ne ebbi conferma guardando il volto di mio padre che ripercorreva a ritroso i decenni della sua vita mentre esclamava con un fil di voce in un maidismesso dialetto milanese : " Lè propi le ! ". Che fare, che dire! 100.000 pensieri ti attraversano il cervello ma alla fine dopo averla contemplata in ogni sua parte originale e non bisognava passare al lato pratico. Individuata quindi la persona che avrebbe potuto dare evasione alle nostre domande e richieste, non dopo aver raccontato la provenienza dell oggetto rivolsi la anelata domanda : Siete per caso intenzionati a venderla ? Il sorriso del venditore che non so se vedeva in me il pollo fresca appena arrivato o la compassione per la mia bramosia non fece che precludere a un " assolutamente no "! . Di fronte a una così lapidaria e perentoria affermazione non replicai allungando solo il biglietto da visita e pregandolo qualora avesse cambiato idea di farmelo sapere. Uscimmo in verità tutti e due un pò malinconici rimirando uno sbiadito numrero 9 riportato sulla coda metallica . Ma la vita prosegue e certe cose anche se belle vengono accantonte dalla impellenza delle priorità quotidiane. L estate scorsa a distanza di 10 anni cica vengo contattato da un sedicente signore di Bologna collezzionista di giochi antichi nonchè collaboratore al museo della Giordani nota fabbrica costruttrice di auto a pedali. Costui si presenta e mi dice di essere entrato in possesso di un modello molto particolare e di essere in cerca di documentazione per il restauro poichè gli elementi fino ad ora raccolti lo hanno potato alla ditta di produzione che era quella del nonno . Massima collaborazione da parte mia con la domanda finale di rito . "Scusi ma lei non è che per caso la vende " ? Ennesimo gran rifiuto , ma che fare. Chiedo allora come scambio alle informazioni di poter vedere de visu l oggetto e fisso l appuntamento una settimana dopo nette campagne del bolognese. Vado con un amico coinvolto suo malgrado in quest impresa e non nego con qualche spicciolo in contanti. . . non si sa mai . . . le vie dl Signore sono infinite! Il signore è molto cortese ma formale mi mostra il modello che caso vuole non è un altro ma ancora quello di 10 anni prima prima con il numero 9, ringrazia della documentazione e ma si mostra irremovibile su una possibile vendita. Io racconto la storia della vettura in termini struggenti ma lui mi dice che c è anche un signore francese che colleziona solo modelli di P 2 in tutte le scale e che avrebbe anche ricevuto un offerta non trascurabile ma che per il momento non se ne parla anche se ammette che se dovesse vendere a me l oggetto avrebbe terminato definitivamente le sue peregrinazioni. Nel frattempo all allegra compagnia si unisce la moglie collezzionista pure lei di modelli di cavalli di tutti i tipi ma sempre giocattolo. Mi informo anche se ingenuamente sul perchè della così considerevole offerta fatta dal vicino d oltralpe e cortesemente mi risponde che un conto è parlare di modelli del dopoguerra , un alrto è di cose italiane anteguerra. Lascio la campagna bolognese avvilito tra le imprecazioni del mio compagno di viaggio per un impresa fallita in un caldissimo pomeriggio di luglio affrontato con una 33 sw con il condizionatore non funzionante alla perfezione ma molto capiente alla bisogna- Ma non lo ascolto. Penso tra me e me che se il signore dovesse ripensarci e una volta arrivato aal casello di Milano mi telefonasse non esiterei ad inforcare in senso contrario l autostrada e tornare a Bologna. E penso anche che la stessa vettura mi si è presentata 80 anni dopo a Piacenza e dopo 90 a Bologna. E fra 10 anni dove sarà ? Alla fine di questa storia di cui vi ho reso partecipi vi dirò che una settimana dopo non so per quale ispirazione divina 8 forse ho fatto breccia sul lato collezzionistico della moglie, forse l antagonista francese non esisteva ed io ero il pollo predestinato cucinato lentamente a dovere ,fatto sta che una settimana dopo con la motivazione ufficiale che il restauro secondo lui avrebbe ridotto la macchina ad un mascherone e che aveva maturato la certezza di preferire solo auto Giordani , preferiva investire il ricavato della vendita nei modelli già in suo possesso. Ora l automobilina che è stata regalata per i suoi 90 anni a mio padre è tornata dove è stata fabbricata un tempo e fa bella mostra di se con altre Alfa Romeo vere a completare il pezzo mancante della produzione . Grazie sporatutto agli amici che mi hanno aiutato nella ricerca e che se leggeranno qui ringrazio pubblicamente di qualcosa che per me ha un valore immenso
Buone vacanze a tutti Giancarlo
Buone vacanze a tutti Giancarlo
Ultima modifica di pietra giancarlo il 18 lug 2014 21:36:04, modificato 1 volta in totale.
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Complimenti Giancarlo, vuol dire che era destino che ritornasse nelle mani che l'avevano plasmata, o meglio in quelle dei suoi eredi.
Anni fa lessi un pezzo di Guareschi che faceva riferimento ad un motoraduno (lui era un fedele guzzista): i centauri si erano radunati presso la fabbrica di Mandello, dando l'impressione che tutte le moto convenute e la cui vita era appunto iniziata in quel luogo, fossero a questo indissolubilmente legate con un minuscolo filo quasi di ragnatela e tale da, nonostante gli anni ed i chilometri, richiamarle quasi laggiù, tutte assieme.
Ecco, mi piace pensare che sia successo lo stesso anche per quella piccola P2. :P
Anni fa lessi un pezzo di Guareschi che faceva riferimento ad un motoraduno (lui era un fedele guzzista): i centauri si erano radunati presso la fabbrica di Mandello, dando l'impressione che tutte le moto convenute e la cui vita era appunto iniziata in quel luogo, fossero a questo indissolubilmente legate con un minuscolo filo quasi di ragnatela e tale da, nonostante gli anni ed i chilometri, richiamarle quasi laggiù, tutte assieme.
Ecco, mi piace pensare che sia successo lo stesso anche per quella piccola P2. :P
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Bellissima storia! Sono contento che alla fine tu possa aver coronato un sogno!!
Leggendo il racconto non ho potuto fare che 1+1... anni fa lessi su automibilismo d'epoca un articolo sul garage di un Alfista, la sua famigli produceva componenti per bici, ricordo i freni Universal (anche sulla mia bici di gioventù) non sarai mica tu?
Leggendo il racconto non ho potuto fare che 1+1... anni fa lessi su automibilismo d'epoca un articolo sul garage di un Alfista, la sua famigli produceva componenti per bici, ricordo i freni Universal (anche sulla mia bici di gioventù) non sarai mica tu?
Ultima modifica di Andrea78 il 18 lug 2014 22:47:24, modificato 2 volte in totale.
Ecco.......mi hai lasciato inchiodato alla sedia per tutto il tempo del racconto. Sei un narratore eccezionale, ho seguito veramente con pathos la tua lunga descrizione con altalena di emozini. Non ti nascondo che ho imprecato nel leggere del concessionario (scopertosi poi piacentino) che non si è intenerito alla visione di tuo padre. Io non avrei battuto ciglio e gli avrei dato la sua P2. Purtroppo a questo mondo c'è gente molto venale che non attende altro cne speculare sui sentimenti delle persone. E lo dimostra il fatto che dop chissà quanto tempo l'ha venduta al collezionista bolognese.
Son contento che le moglie di quest'ultimo si sia intenerita e sia scesa a più miti pretese.......chissà poi quanto miti :roll:
Comunque grazie per aver condiviso con noi questa bella storia a lieto fine.........e tanti auguri all'illustre novantenne. :D
Son contento che le moglie di quest'ultimo si sia intenerita e sia scesa a più miti pretese.......chissà poi quanto miti :roll:
Comunque grazie per aver condiviso con noi questa bella storia a lieto fine.........e tanti auguri all'illustre novantenne. :D
- giuliasuper69
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Giancarlo, il tuo racconto é qualcosa di più di un bel regalo... sono rientrato oggi nel forum dopo un secolo e cpsa ti trovo? Una storia che sembra una bella favola di altri tempi, di quelle -sempre più rare- a lieto fine. Sono felice, felice per Te e per il tuo Papà. Immagino il suo sguardo quando é "tornata a casa"... e ti confesso che non appena verrò a Milano (quest'autunno) la tentazione di venire abussare a un certo portone (mi ricordassi solo l'indirizzo, mannaggiamme! Ma dovrei avere ancora il Tuo numero....) é forte.... :D
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