New York City Taxi (1976)
Inviato: 31 lug 2019 10:54:06
L'esperimento della NYC Taxi è stato messo a punto su indicazione del New York Museum of Modern Art, il celebre MoMa, che nel 1976 ha indetto un concorso fra le case automobilistiche nella speranza di ottenere alternative credibili per i taxi del periodo. Il MoMa chiedeva per questo motivo che i taxi fossero spaziosi all'interno, facilmente accessibili e con un motore a basso impatto ambientale. L'Italdesign di Giorgetto Giugiaro realizzò un veicolo a trazione anteriore lungo circa 4,05 metri, con due porte laterali scorrevoli e privo di qualunque elemento che richiamasse alla sportività tipica delle vetture Alfa Romeo. Le portiere laterali scorrevoli furono un vero colpo di genio, perché anticiparono una soluzione diventata abituale solo a partire dagli anni ’90.
All’interno è presente un divisorio fra il posto di guida e la zona dei passeggeri, che siedono su un divanetto e su due poltroncine (ripiegabili) in senso contrario a quello di marcia. La loro seduta può sollevarsi per caricare oggetti ingombranti. Fra le poltroncine c’è spazio per una sedia a rotelle e di fianco al posto guida si trova una sorta di mensola in cui riporre delle valigie. Giugiaro scelse per l’Alfa Romeo NYC Taxi un motore 1.3 a quattro cilindri bialbero di derivazione F12, dotandolo però di un impianto a gas per diminuire le emissioni inquinanti. La soluzione adottata è meno complessa di altre: la Volkswagen, ad esempio, si affidò a un più complesso motore ibrido.
Questo veicolo è ora conservato presso il Museo di Arese.
All’interno è presente un divisorio fra il posto di guida e la zona dei passeggeri, che siedono su un divanetto e su due poltroncine (ripiegabili) in senso contrario a quello di marcia. La loro seduta può sollevarsi per caricare oggetti ingombranti. Fra le poltroncine c’è spazio per una sedia a rotelle e di fianco al posto guida si trova una sorta di mensola in cui riporre delle valigie. Giugiaro scelse per l’Alfa Romeo NYC Taxi un motore 1.3 a quattro cilindri bialbero di derivazione F12, dotandolo però di un impianto a gas per diminuire le emissioni inquinanti. La soluzione adottata è meno complessa di altre: la Volkswagen, ad esempio, si affidò a un più complesso motore ibrido.
Questo veicolo è ora conservato presso il Museo di Arese.