Sul prototipo della foto, in configurazione quasi definitiva, viaggiavano il collaudatore ed un illustre passeggero, l'ing. Domenico Chirico, che ne riferisce nel suo libro:
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Mentre la vettura percorreva una strada statale lucana, nei dintorni di Lagonegro, uscendo da una curva il collaudatore dovette repentinamente sterzare a sinistra per evitare delle pietre rimaste sulla carreggiata; e ciò mentre un grosso camion sopraggiungeva in senso opposto.
Il camionista si spostò rapidamente alla sua destra ed il collaudatore sterzò anch'egli in senso opposto per evitare l'impatto, ma la Sud, ormai scomposta, iniziò a ruotare su sè stessa mentre proseguiva la sua corsa (non è dato sapere a che velocità camminassero, ma immagino non troppo elevata) urtando con la coda un muretto di contenimento della strada.
Riavutisi dallo stordimento, collaudatore ed ingegnere si fiondarono rapidamente fuori dalla Sud temendo che l'urto avesse causato la rottura del serbatoio, cosa che in realtà non era accaduta (non si era trattato di un tamponamento, ma di un urto angolato, sul parafango posteriore): la vettura fu subito recuperata ed a un successivo tentativo d'avviamento si avviò regolarmente.
Sulla base di questa e di altre esperienze di laboratorio i progettisti, per essere certi che in caso di tamponamento il serbatoio carburante (posto sotto al sedile posteriore, davanti al retrotreno) e le relative tubazioni rimanessero integre, decisero di variarne percorso e lunghezza: ciò in virtù del fatto che, essendo la ruota di scorta (posta sul pavimento del baule) scarsamente deformabile, qualora essa avesse urtato e conseguentemente incurvato l'assale posteriore, anche il serbatoio avrebbe potuto a sua volta scorrere in avanti evitando la rottura propria e quella delle relative tubazioni.