Tipo A (1931)
Inviato: 23 lug 2013 01:50:32
La vettura Tipo A fu il primo modello delle monoposto realizzate dall'Alfa Romeo; fu anche una delle poche vetture al mondo con due motori e per questo venne inclusa tra quelle da ricostruire, anche non marcianti, per il Museo.
Le 4 monoposto costruite nel 1931 nel tempo erano state demolite per riutilizzare alcune loro parti, pertanto per la sua ricostruzione era indispensabile trovare prima i due motori e i due cambi della 6C 1750, perché proprio questi costituivano le parti principali per iniziare la preparazione del modello. Ricerca non certo facile poichè da anni ormai la 6C 1750 era entrata nelle mire dei collezionisti.
Scrive Luigi Fusi: "Mentre si procedeva al restauro di altri modelli reperiti nel frattempo, perdevo la speranza di poter ancora trovare questi gruppi, quando nel marzo 1973 giunse a mio nome presso l'Alfa Romeo la lettera di un garagista italiano residente all'Asmara il quale, dovendo rimpatriare, mi chiedeva se mi potevano interessare esattamente due motori e due cambi 6C 1750, residuati di vetture che avevano un tempo gareggiato in quella città e dintorni. La richiesta del costo di tali gruppi non era eccessiva cosicché ottenni dalla Direzione l'autorizzazione all'acquisto. Il desiderio del Dr. Luraghi, che tempo addietro mi aveva esplicitamente chiesto di includere, se fosse stato possibile, anche una bimotore tra le vetture da mettere nel Museo, poteva così avverarsi."
Vennero iniziate le pratiche per il trasporto in Italia tramite la Gondrand ed in data 23 novembre 1973 le casse che contenevano i due gruppi motore-cambio arrivarono a Genova e successivamente a Milano.
La costruzione della parti mancanti per il completamento dei motori uguali a quelli della Tipo A fu effettuata sui disegni originali.
Sempre su disegni originali venne effettuata anche la ricostruzione del telaio in lamiera.
Per altre parti - es. la scatola guida- venne utilizzato il modello di fusione ancora esistente dal 1931 presso la fonderia.La carrozzeria doveva essere ricostruita completamente, ma per lasciare in vista le parti meccaniche più interessanti della vettura, venne deciso di tralasciare la costruzione del cofano e della parte di carrozzeria attorno al posto di guida. In questo modo potevano essere ben visibili i due motori, il comando dello sterzo e il comando dei due cambi, i due serbatoi dell'olio a fianco del sedile e i due alberi di trasmissione fino alle scatole sull'asse unico del ponte.
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Le 4 monoposto costruite nel 1931 nel tempo erano state demolite per riutilizzare alcune loro parti, pertanto per la sua ricostruzione era indispensabile trovare prima i due motori e i due cambi della 6C 1750, perché proprio questi costituivano le parti principali per iniziare la preparazione del modello. Ricerca non certo facile poichè da anni ormai la 6C 1750 era entrata nelle mire dei collezionisti.
Scrive Luigi Fusi: "Mentre si procedeva al restauro di altri modelli reperiti nel frattempo, perdevo la speranza di poter ancora trovare questi gruppi, quando nel marzo 1973 giunse a mio nome presso l'Alfa Romeo la lettera di un garagista italiano residente all'Asmara il quale, dovendo rimpatriare, mi chiedeva se mi potevano interessare esattamente due motori e due cambi 6C 1750, residuati di vetture che avevano un tempo gareggiato in quella città e dintorni. La richiesta del costo di tali gruppi non era eccessiva cosicché ottenni dalla Direzione l'autorizzazione all'acquisto. Il desiderio del Dr. Luraghi, che tempo addietro mi aveva esplicitamente chiesto di includere, se fosse stato possibile, anche una bimotore tra le vetture da mettere nel Museo, poteva così avverarsi."
Vennero iniziate le pratiche per il trasporto in Italia tramite la Gondrand ed in data 23 novembre 1973 le casse che contenevano i due gruppi motore-cambio arrivarono a Genova e successivamente a Milano.
La costruzione della parti mancanti per il completamento dei motori uguali a quelli della Tipo A fu effettuata sui disegni originali.
Sempre su disegni originali venne effettuata anche la ricostruzione del telaio in lamiera.
Per altre parti - es. la scatola guida- venne utilizzato il modello di fusione ancora esistente dal 1931 presso la fonderia.La carrozzeria doveva essere ricostruita completamente, ma per lasciare in vista le parti meccaniche più interessanti della vettura, venne deciso di tralasciare la costruzione del cofano e della parte di carrozzeria attorno al posto di guida. In questo modo potevano essere ben visibili i due motori, il comando dello sterzo e il comando dei due cambi, i due serbatoi dell'olio a fianco del sedile e i due alberi di trasmissione fino alle scatole sull'asse unico del ponte.
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