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Deposito di viale Molise, primi anni ‘50
In questa nota fotografia ATM, presente su più libri, è il piano superiore della rimessa filoviaria del deposito Molise, nei primi anni ’50. I filobus più giovani presenti sono del 1951.
In prima linea da sinistra si riconoscono:
a) Alfa Romeo 140 AF-Breda-TIBB n. 486 (serie 477-486) del 1951, seguito da altro uguale o simile
b) il “cugino” con parte elettrica Marelli n. 428 (serie 425-434) del 1951, seguito da altro uguale o simile
c) Alfa Romeo 110 AF/5-Varesina-Breda n. 633 (sottoserie 631-640, dal 1/10/1962: 845-851, 7 unità rimaste dopo le requisizioni tedesche) a guida centrale, del 1939-40. Segue un FIAT 672 F/212 o 224.
d) Isotta Fraschini-Stanga-TIBB n. 327 (serie 321-340, di cui 10 esemplari rimasti dopo le requisizioni tedesche) a due assi, guida centrale, del 1937-38, qui nell’aspetto dopo il primo intervento di modifica del dopoguerra. Questi piccoli filobus furono utilizzati per molti anni sulla linea “81” Centrale – Greco. Anche questo veicolo è probabilmente seguito da un FIAT 672 F/212 o 224.
e) Isotta Fraschini-Stanga-TIBB n. 506 (serie 502-520), filobus semisnodato del 1941-42. Dopo il “regalo” più o meno forzato del primo 520 ai tedeschi, poi riprodotto in un secondo esemplare, e le requisizioni germaniche del ‘44, nel dopoguerra fecero servizio a Milano in soli 13 esemplari. Nella foto sono presenti almeno un paio di unità, nella veste originaria.
f) Alfa Romeo 110 AF/5-Macchi-Breda n. 618 (sottoserie 601-620, dal 1/10/1962: 831-844, 14 unità rimaste dopo le requisizioni tedesche) a guida centrale, del 1939-40.
g) FIAT 672 F/212-CaNSA-TIBB n. 487 (serie 487-496) del 1951
h) alla sua sinistra, seminascosto dall’arco di sostegno del capannone: un FIAT 656 F/545-Macchi-Marelli della serie 400-405, a due assi, ricostruita da Macchi nel 1949-50 sui relitti di guerra dei filobus pari numero realizzati nel 1938 con carrozzeria Varesina. Per questi filobus nel 1950 vennero realizzati i 3 rimorchi FIAT 656-Macchi 400R, 401R e 404R, con cassa simile, posti in servizio sulle circolari CE 1/2 (90/91) accoppiati alle motrici di pari numero, ma presto dismessi per la scarsa funzionalità e i maggiori costi di esercizio, dovuti alla necessaria presenza di un secondo bigliettario (vedi anche i ricordi di Franco su Milano Sparita).
Sul fondo a destra si individuano, posti di spalle, l’inconfondibile prototipo Stigler-Ransomes-Macchi del 1933, di cui abbiamo parlato, preceduto da almeno un paio di FIAT 672 F.
In rialzo: dovrebbe trattarsi di un Isotta Fraschini-Stanga-TIBB a 2 assi, come quello citato al punto d), ancora con il frontale originale d’anteguerra, ma già privato della veletta originale sporgente, forse in attesa della modifica alla carrozzeria. Un frontale simile aveva il prototipo filosnodato 501 requisito dai tedeschi e di cui si è parlato in Milano Sparita.
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