Mario Piovano - Torino cronaca (1972)
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Piovano, noto fisarmonicista e compositore (sua è la celeberrima “Cimitero di rose”), non è un vero e proprio cantautore, visto che compone solo le musiche, mentre i testi sono scritti dal giornalista Piero Novelli.
La coppia aveva avuto due anni prima un precedente importante: i due infatti avevano scritto quasi tutte le canzoni dell’album di Luisella Guidetti “E poi domani ancora”, album che, come si sa, fu il primo pubblicato dalla Numero Uno di Mariano Rapetti, Mogol, Alessandro Colombini, Franco Daldello e Lucio Battisti; il disco, prodotto da Maurizio Corgnati, racchiudeva alcune canzoni in piemontese con tematiche legate al mondo della malavita torinese.
Anche “Torino cronaca” trae spunto da questi temi, come si può notare anche solo leggendo la presentazione del disco che Piero Novelli fa sul retro della copertina.
Tra le canzoni possiamo ricordare “Sôn andait a Casablanca”, una delle prime canzoni a raccontare la storia di un transessuale, “'l gat gris”, la spagnoleggiante “Marijuana” e il brano conclusivo, “Requiem per 'na fija d'vita”, che è ispirato ad un fatto di cronaca nera che è ricordato a Torino ancora oggi, l’omicidio, rimasto impunito, della prostituta francese Martine Beauregard, uccisa il 18 giugno 1969; questa inoltre l'unica canzone già conosciuta, in quanto pubblicata nel citato disco della Guidetti (nel suo disco è presente un'introduzione ed un intermezzo parlati).
I musicisti che accompagnano Piovano, che suona il pianoforte e la celeste, sono i solisti di Gino Luone, contrabbassista, composti dal batterista Renato Avidano, da Franco Corsi alla Tromba, Riccardo Ducci alla fisarmonica e al mandolino, mentre alla chitarra c’è, direttamente dagli Asternovas di Fred Buscaglione, Oreste Corrado.
Luone e Ducci avevano in passato accompagnato Roberto Balocco nei vari dischi “Le canssôn dla piola”, pubblicati a partire dal 1965, a cui del resto aveva collaborato lo stesso Novelli come autore di alcuni testi.
Piero Novelli, all'epoca giornalista di cronaca, pubblicò insieme a Riccardo Marcato nel 1972 il romanzo "il commissario di Torino" ispirato al dirigente della squadra mobile Giuseppe Montesano. Che insieme a poliziotti come Piero Sassi, e negli anni successivi Aldo Faraoni, Gigi La Sala e più tardi Salvo Longo costruirono una polizia moderna in una città che in pochissimi anni era esplosa sotto il peso dell'immigrazione, delle lotte sociali e dell'industrializzazione forzata del boom economico.
il romanzo che qualche anno dopo fece da spunto al film "la donna della domenica"
Enzo Biagi intervista Giuseppe Montesano
http://www.youtube.com/watch?v=5gM4JYK57qs