Indicatori supplementari per 2600 Sprint
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Indicatori supplementari per 2600 Sprint
Ho resistito per oltre cinque anni e poi non ce l’ho fatta più….li ho installati.
Come alcuni di voi già sanno, ho sempre avuto la fissa degli strumenti, più ce ne sono e più una macchina mi piace. E se non ce ne sono abbastanza, li aggiungo, cercando ovviamente di integrarli il più possibile con il resto della vettura e che la modifica sia reversibile in qualunque momento.
A dire il vero la 2600 è discretamente dotata, ma inspiegabilmente è priva dell’orologio nonostante in plancia vi sia spazio abbondante a disposizione (ad esempio al posto dell’inutile fregio “2600 sprint”). Disponevo di un orologio Kienzle che era stato montato come accessorio sulla 1900 di papà e che mi faceva gola installare sulla 2600, anche perché ha le lancette arancioni come quelle degli strumenti secondari della macchina e poi perché ha diametro 60 mm, cioè perfettamente coerente con l’età della vettura.
L’unico posto che ho individuato dove poter installare lo strumento senza fare modifiche è nello spazio tra il mobiletto metallico del riscaldamento e il tunnel di trasmissione. Ho provato a farmi della mascherine di cartone per vedere se la cosa era fattibile logisticamente ed esteticamente, ma purtroppo non ho trovato soluzioni che mi garbassero. Innanzitutto l’orologio montato sotto il mobiletto al centro di questo non ci sta perché è troppo profondo e quindi interferisce con l’ingombro massimo del tunnel e con la campana del cambio e poi un solo strumento messo lì sotto ha un impatto estetico un po’ triste oltre che poco visibile dal posto guida.
Una soluzione più soddisfacente poteva essere quella di montare due strumenti in modo da poter sfruttare il maggiore spazio verso i lati discendenti del tunnel e poi perché due strumenti montati simmetricamente appagano meglio l’occhio.
Già, due strumenti…ma oltre l’orologio cosa monto? Non c’era molto da scegliere: o un amperometro o un voltmetro. Filologicamente sarebbe stato più corretto montare un amperometro che, tra gli strumenti di controllo dell’impianto elettrico era il più diffuso sulle auto fino alla metà degli anni 70 (sostituito poi dal più semplice voltmetro). Ho dato più di un’occhiata in rete cercando degli amperometri carini da 60 mm, ma non ho trovato nulla che facesse al caso mio e comunque avevano dei prezzi un po’ alti considerato che il mio era solo un giocherello di fine estate; molti non prevedevano neppure l’illuminazione. Scartato l’amperometro rimaneva il voltmetro, ma ero di nuovo ad un vicolo cieco poiché un voltmetro da 60 mm non esiste, che faccio?.. rinuncio?
Assolutamente no, si passa al piano B: cosa faccio se un voltmetro da 60 mm non esiste?...semplice, me lo costruisco!
Nelle varie scatole magiche che girano per il magazzinetto ricambi ce n’è una che contiene indicatori vari recuperati in anni di incursioni in demolizione e lì ho trovato qualcosa di utile. Si tratta di un termometro dell’acqua da 60 mm che sapevo non essere più funzionante (ho provato ad alimentarlo ma puzzava di bruciato); c’erano poi due serie di strumenti diametro 52 mm di origine Fiat Ritmo 105/125 TC tra cui due voltmetri perfettamente funzionanti e – cosa non meno importante – con la lancetta arancione. A questo punto ho sacrificato uno dei due voltmetri e il termometro guasto, e di due strumenti ne ho fatto uno solo.
Praticamente ho usato la “cassa” da 60 mm e ci ho ficcato dentro lo strumento da 52 mm. Per ovvii motivi però non potevo usare la scala dello strumento da 52, primo perché è un po’ più piccola, secondo perché è troppo moderna per l’età della vettura, per cui ho scannerizzato la scala del termometro e con il pc l’ho modificata cancellando la scala in gradi centigradi sostituendola con i valori propri di un voltmetro; in rete poi ho trovato anche il logo Jaeger. A questo punto ho stampato tutto su carta adesiva che ho poi ritagliato e incollato sopra la scala originale; stesso procedimento per la scritta BATTERIA, che ho incollato sul carterino frontale. Oltre a ciò, vi era un’ulteriore piccola difficoltà da superare in quanto non potevo utilizzare il vetro originale dell’indicatore poiché aveva la serigrafia ACQUA e Jaeger; ho risolto il problema ritagliando un tondo di plexiglass da un vecchio foglio trasparente.
Ora che ho la disponibilità dei due indicatori si tratta di provvedere al loro montaggio e anche qui la vecchia scatola magica ha fornito qualcosa di buono: si tratta di una mascherina portastrumenti con tre fori da 60 con la peculiarità di avere una finitura rugosa come il mobiletto del riscaldamento. Per eliminare il foro centrale della mascherina ho segato via i due segmenti in basso ed ho riempito lo spazio con un pezzo di legno opportunamente sagomato e che ho rivestito con un piccolo lembo di pelle ritagliato dall’abbondante risvolto dello schienale posteriore. Dopo aver ravvivato con una spruzzata di spray la vernice sbiadita della mascherina ho montato il tutto sotto il mobiletto e qui ho avuto un po’ di fortuna in quanto erano presenti due fori che ho usato come appiglio; ho poi “chiuso” lateralmente il portastrumenti con del lamierino opportunamente tagliato e sagomato che ho rivestito con una pellicola adesiva nera dalla superficie rugosa.
Dal punto di vista funzionale sono soddisfatto, la visibilità dal posto guida è ottima per l’orologio e buona per il voltmetro nel senso che non è visibile nella sua interezza ma soltanto nella scala, perciò questo è sufficiente. Illuminazione notturna efficace.
Esteticamente mi pare che l’insieme sia ben integrato con il resto della vettura e senza svarioni temporali; il fondo nero e le lancette arancioni richiamano molto bene la strumentazione originale. Non sono del tutto convinto invece del segmento superiore di congiunzione tra i due indicatori che ha un aspetto un po’ “incerto”; proverò a movimentarlo con qualche complemento dell’epoca tipo un San Cristoforo magnetico o qualcosa di simile. Tutto ok invece nella realizzazione, nessuna vibrazione, cablaggi invisibili, corpi degli strumenti ben nascosti, fissaggio solido.
Ma poi volete mettere la soddisfazione di aver ridato vita ad un orologio che era stato smontato dalla 1900 e che ora, dopo quasi 50 anni, ha trovato una nuova vita sulla 2600…. :lol: :lol: :D :D :o :o
Di seguito le varie fasi:
Come alcuni di voi già sanno, ho sempre avuto la fissa degli strumenti, più ce ne sono e più una macchina mi piace. E se non ce ne sono abbastanza, li aggiungo, cercando ovviamente di integrarli il più possibile con il resto della vettura e che la modifica sia reversibile in qualunque momento.
A dire il vero la 2600 è discretamente dotata, ma inspiegabilmente è priva dell’orologio nonostante in plancia vi sia spazio abbondante a disposizione (ad esempio al posto dell’inutile fregio “2600 sprint”). Disponevo di un orologio Kienzle che era stato montato come accessorio sulla 1900 di papà e che mi faceva gola installare sulla 2600, anche perché ha le lancette arancioni come quelle degli strumenti secondari della macchina e poi perché ha diametro 60 mm, cioè perfettamente coerente con l’età della vettura.
L’unico posto che ho individuato dove poter installare lo strumento senza fare modifiche è nello spazio tra il mobiletto metallico del riscaldamento e il tunnel di trasmissione. Ho provato a farmi della mascherine di cartone per vedere se la cosa era fattibile logisticamente ed esteticamente, ma purtroppo non ho trovato soluzioni che mi garbassero. Innanzitutto l’orologio montato sotto il mobiletto al centro di questo non ci sta perché è troppo profondo e quindi interferisce con l’ingombro massimo del tunnel e con la campana del cambio e poi un solo strumento messo lì sotto ha un impatto estetico un po’ triste oltre che poco visibile dal posto guida.
Una soluzione più soddisfacente poteva essere quella di montare due strumenti in modo da poter sfruttare il maggiore spazio verso i lati discendenti del tunnel e poi perché due strumenti montati simmetricamente appagano meglio l’occhio.
Già, due strumenti…ma oltre l’orologio cosa monto? Non c’era molto da scegliere: o un amperometro o un voltmetro. Filologicamente sarebbe stato più corretto montare un amperometro che, tra gli strumenti di controllo dell’impianto elettrico era il più diffuso sulle auto fino alla metà degli anni 70 (sostituito poi dal più semplice voltmetro). Ho dato più di un’occhiata in rete cercando degli amperometri carini da 60 mm, ma non ho trovato nulla che facesse al caso mio e comunque avevano dei prezzi un po’ alti considerato che il mio era solo un giocherello di fine estate; molti non prevedevano neppure l’illuminazione. Scartato l’amperometro rimaneva il voltmetro, ma ero di nuovo ad un vicolo cieco poiché un voltmetro da 60 mm non esiste, che faccio?.. rinuncio?
Assolutamente no, si passa al piano B: cosa faccio se un voltmetro da 60 mm non esiste?...semplice, me lo costruisco!
Nelle varie scatole magiche che girano per il magazzinetto ricambi ce n’è una che contiene indicatori vari recuperati in anni di incursioni in demolizione e lì ho trovato qualcosa di utile. Si tratta di un termometro dell’acqua da 60 mm che sapevo non essere più funzionante (ho provato ad alimentarlo ma puzzava di bruciato); c’erano poi due serie di strumenti diametro 52 mm di origine Fiat Ritmo 105/125 TC tra cui due voltmetri perfettamente funzionanti e – cosa non meno importante – con la lancetta arancione. A questo punto ho sacrificato uno dei due voltmetri e il termometro guasto, e di due strumenti ne ho fatto uno solo.
Praticamente ho usato la “cassa” da 60 mm e ci ho ficcato dentro lo strumento da 52 mm. Per ovvii motivi però non potevo usare la scala dello strumento da 52, primo perché è un po’ più piccola, secondo perché è troppo moderna per l’età della vettura, per cui ho scannerizzato la scala del termometro e con il pc l’ho modificata cancellando la scala in gradi centigradi sostituendola con i valori propri di un voltmetro; in rete poi ho trovato anche il logo Jaeger. A questo punto ho stampato tutto su carta adesiva che ho poi ritagliato e incollato sopra la scala originale; stesso procedimento per la scritta BATTERIA, che ho incollato sul carterino frontale. Oltre a ciò, vi era un’ulteriore piccola difficoltà da superare in quanto non potevo utilizzare il vetro originale dell’indicatore poiché aveva la serigrafia ACQUA e Jaeger; ho risolto il problema ritagliando un tondo di plexiglass da un vecchio foglio trasparente.
Ora che ho la disponibilità dei due indicatori si tratta di provvedere al loro montaggio e anche qui la vecchia scatola magica ha fornito qualcosa di buono: si tratta di una mascherina portastrumenti con tre fori da 60 con la peculiarità di avere una finitura rugosa come il mobiletto del riscaldamento. Per eliminare il foro centrale della mascherina ho segato via i due segmenti in basso ed ho riempito lo spazio con un pezzo di legno opportunamente sagomato e che ho rivestito con un piccolo lembo di pelle ritagliato dall’abbondante risvolto dello schienale posteriore. Dopo aver ravvivato con una spruzzata di spray la vernice sbiadita della mascherina ho montato il tutto sotto il mobiletto e qui ho avuto un po’ di fortuna in quanto erano presenti due fori che ho usato come appiglio; ho poi “chiuso” lateralmente il portastrumenti con del lamierino opportunamente tagliato e sagomato che ho rivestito con una pellicola adesiva nera dalla superficie rugosa.
Dal punto di vista funzionale sono soddisfatto, la visibilità dal posto guida è ottima per l’orologio e buona per il voltmetro nel senso che non è visibile nella sua interezza ma soltanto nella scala, perciò questo è sufficiente. Illuminazione notturna efficace.
Esteticamente mi pare che l’insieme sia ben integrato con il resto della vettura e senza svarioni temporali; il fondo nero e le lancette arancioni richiamano molto bene la strumentazione originale. Non sono del tutto convinto invece del segmento superiore di congiunzione tra i due indicatori che ha un aspetto un po’ “incerto”; proverò a movimentarlo con qualche complemento dell’epoca tipo un San Cristoforo magnetico o qualcosa di simile. Tutto ok invece nella realizzazione, nessuna vibrazione, cablaggi invisibili, corpi degli strumenti ben nascosti, fissaggio solido.
Ma poi volete mettere la soddisfazione di aver ridato vita ad un orologio che era stato smontato dalla 1900 e che ora, dopo quasi 50 anni, ha trovato una nuova vita sulla 2600…. :lol: :lol: :D :D :o :o
Di seguito le varie fasi:
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Re: Indicatori supplementari per 2600 Sprint
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Re: Indicatori supplementari per 2600 Sprint
Il termometro da 60 mm rotto
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Re: Indicatori supplementari per 2600 Sprint
Il voltmetro da 52 mm
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Re: Indicatori supplementari per 2600 Sprint
L'innesto
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Re: Indicatori supplementari per 2600 Sprint
Realizzazione del tondo in plexiglass
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Re: Indicatori supplementari per 2600 Sprint
Molatura
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Re: Indicatori supplementari per 2600 Sprint
"Prodotto finito"
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Re: Indicatori supplementari per 2600 Sprint
La mascherina portastrumenti (mi son dimenticato di farle una foto, questa immagine l'ho trovata in rete ed è identica alla mia)
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Re: Indicatori supplementari per 2600 Sprint
Riempimento con legno rivestito in pelle
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Re: Indicatori supplementari per 2600 Sprint
Mascherine laterali
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Re: Indicatori supplementari per 2600 Sprint
Scansione della scala originale del termometro
scala modificata per il voltmetro
indicazione sul fronte
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Re: Indicatori supplementari per 2600 Sprint
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Re: Indicatori supplementari per 2600 Sprint
Eccellente! ottimo lavoro come sempre :-)
- irriducibile
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Re: Indicatori supplementari per 2600 Sprint
Daniele spettacolo !
Il mago dello strumento
Il mago dello strumento
- giuliasuper69
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Re: Indicatori supplementari per 2600 Sprint
Un altra magistrale prova del nostro Cellini,bravissimo.
Chi c’è in linea
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