Giuliano Luppi

Palè
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Giuliano Luppi

Messaggioda Palè » 04 ott 2019 19:14:24

Domanda per tutte le enciclopedie viventi di questo forum (e non sono poche!): Qualcuno di voi ragazzi ha le notizie su bravissimo telaista dell’Autodelta, Giuliano Luppi (è modenese se non sbaglio)?
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giuliasuper69
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Re: Giuliano Luppi

Messaggioda giuliasuper69 » 05 ott 2019 17:01:22

Ricordavo il nome e un articolo a firma di Athos Evangelisti per il Quadrifoglio,sono andato a guardare,per la cronaca è il numero 10 del gennaio 1969,dal titolo Gli uomini dei box,ma viene appena citato, e poi si riconosce in una foto di gruppo,se ti interessa nei prossimi giorni faccio la scansione.Nel libro sulla Autodelta invece non ho trovato niente,viene in soccorso,molto parzialmente Autosprint precisamente il numero 45 del 1968,con un articolo dal titolo I Magnifici Tredici dedicato agli uomini Autodelta impegnati alla 24 H di Le Mans,dove il "nostro" viene citato in modo un pò più ampio e a piè di pagina ne viene indicata età e provenienza.Di più al momento non ho trovato.
L'articolo lo trovi a pagina 5 di questo pdf
https://v8blogmain.files.wordpress.com/ ... -i-16p.pdf

Palè
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Re: Giuliano Luppi

Messaggioda Palè » 06 ott 2019 18:30:35

Grazie Giorgio per l’interessamento. Per arricchirti un po’ il curriculum del personaggio, va detto che era fedelissimo di Chiti dai giorni della ‘prima’ Autodelta, sempre uno dei capomeccanici e dall’inizio del progetto 33 assegnato ai telai. Purtroppo, a differenza di alcuni ragazzi del ‘dream team’ di Settimo, Giuliano Luppi non ha lascato un’attività a posteriori per seguirlo. Io, in ulteriore approfondimento della tua scoperta del numero sul corpo della scatola del cambio sulla vettura nel parco chiuso a Fléron, ho ricevuto da un mio vecchio amico, parte di un’intervista (?) rilasciata da Luppi probabilmente verso la metà dei ’70 (non riesco a risalire a rivista e neanche occasione in quale sarebbe nata). Il testo è incompleto e parla (oltre testo che concerne il tema della vettura vincente a Fléron) di rapporto fra meccanici e piloti della ‘prima’ Autodelta, appena stabilitasi a Settimo. Comunque sia, la parte del testo che allego in seguito, conferma in modo inequivocabile quello che abbiamo in sostanza già stabilito anche noi (rimane il problema della verifica dell’autenticità dell’intervista) e io volevo chiedere proprio a Luppi la conferma e la veridicità del materiale. Visto che all’inizio dell’estate è mancato il vecchio Paolini, un’altra preziosa fonte e un testimone diretto di quei tempi, non potevo contare ad un suo eventuale chiarimento (comunque era già molto malato). Qui pubblico solo la parte del testo che riguarda l’evento in Belgio. Se a qualcuno viene in mente dove, quando e da chi fu fatto questo testo, sarebbe veramente di grande aiuto. M.S. dell’intervistatore mi richiamava Sabatini, ma nell’archivio dell’Autosprint non ho trovato nessun riscontro. Anche Bonzi è un nome non del tutto sconosciuto, ma di scarso aiuto in questa occasione. Amico che mi ha procurato la parte dell’intervista non è Italiano e testo faceva parte del suo archivio su Giunti, Russo, Galli e Bussinello, e non poteva chiarirmi null’altro.
Testo:
…M.S. … Teodoro Zeccoli sostiene che la 33 usata a Fléron in Belgio, era il prototipo con il telaio 001, la prima vettura configurata in assetto da competizione, ma questo non è stato mai confermato dall’Autodelta, e neanche da qualche altra autorevole fonte. Alcuni mettono in dubbio questa dichiarazione rilasciata da ‘Dorino’ in un’recente intervista.
Luppi: È una cosa che abbiamo già discusso. Augusto Bonzi mi ha posto la stessa domanda. Zeccoli però ha ragione. La vettura usata in Belgio era proprio il prototipo con il numero di telaio 001. Per quella corsa, decisa all’improvviso, abbiamo portato due macchine… la 001 e la 003 che erano ‘libere’, visto che 004 e 005 erano impegnate a Balocco, in fase di prova e preparazione, per la corsa a Sebring. Ricordo bene che per l’occasione 001 fu dotata di rapporto sul ponte cortissimo, 9:37, ed era questa la ragione per la quale Zeccoli optò per la 001. Ma scusi, se non proprio la 001, quale sarebbe la vettura usata.? Dalle fotografie esistenti è chiaro che non poteva essere la 003, perché quella aveva la presa d’aria con divisore, e questo rimane perfettamente visibile in foto.
M.S. Qualcuno però avanza la possibilità che la vettura impiegata fosse la 004…
Luppi: Ma no! La 004, come le ho già detto era in preparazione per le 12 ore di Sebring, insieme a 005. Gli assetti delle vetture erano completamente diversi da quelli sulle macchine portate in Belgio. Sa, dalla corsa a Sebring si aspettava molto e la cura dedicata a queste vetture era tanta. Ingegnere (Chiti n.d.r.) e stato esplicito nel dare ordini in tal senso. Per quanto riguarda la gara a Fléron, esiste una serie di fotografie fatte da un fotografo belga nel parco chiuso, dove è chiaramente visibile quel particolare, primo tipo di cambio, quello munito del freno all’estremità, ancora presente su queste due vetture. Ebbene, questo tipo di cambio è stato già sostituito sulle vetture che preparavamo per la corsa americana ed è visibile nelle foto scattate a Sebring, che a posto del freno c’era l’ammortizzatore che assicurava la tenuta delle marce anche sui terreni sconnessi. Chieda a Bonini di questo. Le potrebbe spiegare come si è arrivati a questa soluzione. Ripeto, sul numero di telaio ci sono pochi dubbi. Era 001.
M.S. In quei giorni anche il motore è stato radicalmente rivisto e la presenza della doppia accensione che proveniva dall’esperienza GTA, diventava operativa quasi dall’inizio della stagione. Le vetture portate a Sebring erano però ancora a candela singola. Perché?
Luppi: È la domanda da porre all’ingegnere (Chiti n.d.r.). Io ero solo uno dei meccanici assegnato alla manutenzione della vettura, e non potrei certo darle spiegazioni plausibili. Ricordo però, che motore ad accensione singola era abbastanza affidabile e che problemi della 33 erano altri…
M.S. Si riferisce alle sospensioni anteriori?
Luppi: Non sono certamente io ad esprimere giudizi sulla validità di un concetto progettuale. Però, a distanza di anni, posso confermare che i piloti si lamentavano per comportamento ‘strano’ che delle volte la vettura assumeva in gara. Ma ripeto, non spetta a me di dare il voto a certe soluzioni…


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